Imperatore Romano Antonino Pio.
Antonino Pio. Imperatore romano. Figlio di Aurelio Fulvio, genero di Adriano e da lui adottato, nacque da una ricca famiglia. Ebbe il nome di Pio per la grande devozione verso il predecessore. Per bontà e saggezza, si meritò l'appellativo di "padre del genere umano". Non poté evitare le guerre contro i Mauri, i Daci e i Germani, ma per il resto il suo fu un governo di pace ed egli intraprese opere che migliorarono le condizioni di vita dei ceti più poveri. Riedificò case distrutte, fondò istituti di beneficenza per gli orfani, migliorò la condizione degli schiavi; in memoria della moglie creò per le puellae alimantarium faustinainae un'istituzione che aiutava le fanciulle povere. Emanò nuove leggi e incline all'umanitarismo della sua epoca favorì riforme nel diritto penale e civile in difesa dell'individuo, concesse abbondantemente la cittadinanza romana, favorì la cultura promuovendo la fondazione di scuole e le arti. Sotto il suo governo fu introdotta per la prima volta una sorta di autorizzazione a esercitare la medicina; la decisione in merito era presa in Roma dallo stesso imperatore; altrove dai consigli municipali. In occasione del IX centenario della fondazione di Roma nel 148 promosse la costruzione di monumenti celebrativi che abbellissero la città. Se Adriano era stato tendenzialmente innovatore e cosmopolita, A.P. rimase fedele alle tradizioni. Durante gli anni dell'Impero cercò di servirsi del Senato valorizzandone la funzione e aumentò l'ingerenza statale nell'amministrazione delle finanze nominando molti curatores posti a controllo delle finanze municipali. Cercò di fortificare più che di estendere l'Impero. A lui si deve la costruzione del Vallo Antonino (142), in Britannia, lungo ben 59 km, un po' più a Nord di quello adrianeo per fronteggiare gli attacchi dei Briganti. A.P. promosse inoltre la costruzione di linee di fortificazione lungo il Danubio e il Reno. In campo religioso fu tollerante, in particolar modo verso il Giudaismo perseguitato da Adriano (Lanuvio 86 - Roma 161). Figlio adottivo dell'imperatore Traiano, Publio Elio Adriano nacque in Spagna nel 76 d.C. Divenne imperatore nel 117 d.C. e lo rimase fino al 138. Si fece promotore a Roma di molti monumenti pubblici, e contribuì alla diffusione della cultura greca. Tra le sue opere più celebri si ricordano il Tempio di Venere e Roma e la sua tomba monumentale. Adriano, Publio Elio. Imperatore romano. Condotto a Roma in giovane età, fu educato sotto la tutela del cugino Traiano, futuro imperatore. A 17 anni iniziò la carriera politica e fu nominato tribuno legionario. Nel 102 si distinse nella prima spedizione in Dacia in qualità di ufficiale del seguito imperiale; nel 114 prese parte insieme all'imperatore alla spedizione contro i Parti. Alla morte di Traiano, fu acclamato imperatore dal Senato (117), mantenendo il potere fino al 138. Nel corso degli anni in cui mantenne il potere concluse la campagna contro i Parti, visitò di persona le province dell'Impero, impegnandosi per rafforzare i confini. Si recò nel Norico, in Britannia, in Gallia, in Asia Minore, in Arabia, in Palestina, in Tracia, in Babilonia. Compì numerose riforme amministrative per preservare l'unità dell'Impero e creare un sistema efficiente durante le sue lunghe assenze. A tal fine diminuì il potere del Senato conferendo maggiore autorità al Consilium Principis, un organo ufficiale di governo, i cui membri venivano scelti tra esperti politici e giuristi. Al Senato venne anche tolta l'amministrazione dell'Italia, divisa in quattro distretti governati da consolari. Con l'Edictum perpetuum, codificato da Salvio Giuliano (131), A. unificò la legislazione dell'Impero per rafforzare l'accentramento del Governo. Si occupò inoltre della costruzione di edifici pubblici di notevole utilità e organizzò il cursus publicus, che garantiva un efficiente sistema postale. Alla sua morte venne sepolto nella Mole Adriana (l'odierno Castel Sant'Angelo), il mausoleo che si era fatto costruire (Italica, Spagna 76 - Baia 138). ║ Vallo di A.: opera di difesa fatta costruire dall'imperatore A. in Britannia, negli anni dal 122 al 127, tra l'imboccatura della Tyne e quella della Solway. Tracciava una linea di confine con la Scozia e serviva a proteggere la Britannia romana dagli attacchi dei Caledoni. Comprendeva essenzialmente due elementi: il muro a Nord, lungo 117 km, e il vallo. Il muro, di pietra, era preceduto da un largo e profondo fossato; dietro di esso a Sud si trovava il vallo, costituito da una larga fossa preceduta da un terrapieno. Il sistema era integrato da 17 campi fortificati (castella). Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Popolazione berbera dell'Africa occidentale, oggi stanziata in prevalenza nello Stato della Mauritania. In origine pastori nomadi, i M. sono ora in gran parte sedentarizzati e si dedicano all'agricoltura e alla pastorizia. La loro società risulta divisa in classi: guerrieri aristocratici, sacerdoti, agricoltori, servi (di origine negra). Antica popolazione danubiana di probabile origine tracia, nel territorio che corrisponde all'odierna Romania, compreso fra il Tibisco, i Carpazi, il Danubio e il Prut. ● Encicl. - Abitò le regioni poste lungo il corso del basso Danubio, divisa in tribù dedite alla pastorizia, all'agricoltura e allo sfruttamento dei giacimenti minerari, di cui erano ricche le regioni montane. Difesisi dagli attacchi prima dei Celti e poi di Alessandro Magno (IV sec. a.C.), i D. raggiunsero l'unità con il condottiero Burebista (70 a.C.), che li guidò nell'espansione verso la Russia meridionale e l'Ungheria, ai danni dei Sarmati e degli Sciti. La ripresa di una politica espansionistica sotto Decebalo e le scorrerie nelle province confinanti della Mesia e della Pannonia provocarono aperte ostilità con i Romani. Domiziano intraprese una campagna militare contro i D. (86-89), che però non fu risolutiva. Solo più tardi Traiano riuscì a sottometterli con due spedizioni successive (101-102 e 105-107); da allora la Dacia divenne provincia romana e vicino all'antica capitale Sarmizegetusa fu costruita la nuova città Ulpia Traiana Sarmizegetusa (l'odierna Grǎdiste). La struttura sociale dei D. prevedeva una distinzione fra popolo e nobili, che costituivano la classe politica e sacerdotale del Paese. Politeisti, veneravano in modo particolare Zamolxis, antico sacerdote e poeta divinizzato. Termine, già in uso presso i Greci, che sta a designare le popolazioni stanziatesi, fin dal III millennio a.C., nella Scandinavia e nelle zone propriamente baltiche. Nel corso del II sec. a.C. queste popolazioni si spostarono raggiungendo il Danubio ad Est, invadendo la Gallia e tentando di penetrare anche in Italia, dove però furono bloccate, nel 101 a.C., dalla milizia di Caio Mario. Cesare poi stabilì, quale linea di demarcazione territoriale tra Galli e G., il corso del Reno. In seguito il movimento dei G. interessò prevalentemente le zone orientali oltre l'Elba. Dalla Svezia mossero i Longobardi, che si stabilirono, in un primo tempo, nella Pannonia, per scendere poi, durante il VI sec., in Italia. Gli Angli, che occupavano l'attuale Holstein, emigrarono, nel medesimo periodo, in Britannia; i Sassoni provenivano dall'oltre Elba. Più bellicose erano le popolazioni di provenienza orientale quali i Vandali (passati in Gallia ed in Spagna), i Burgundi che andarono ad occupare l'attuale Borgogna. I Goti, invece, provenienti dalle regioni scandinave, si spostarono verso oriente, giungendo fino sulle coste del Mar Nero, dove si stanziarono anche i Visigoti e gli Ostrogoti. Tra i gruppi occidentali, quelli che maggiormente subirono l'influenza della civiltà romana furono gli Alamanni (Alsazia), i Franchi (basso Reno) ed i Sassoni. Furono questi ultimi a fornire il maggiore contributo alla germanizzazione dell'esercito romano, fatto questo che ebbe un certo peso tra le cause che determinarono il disfacimento dell'Impero romano d'Occidente. Fu in seguito a questi avvenimenti che cominciarono a prendere corpo i primi organismi nazionali germanici, all'alba del Medioevo. ● Dir. - È dalle opere di Tacito e di Cesare che noi traiamo le uniche notizie conosciute sulle fonti storiche del diritto germanico. Esistevano alcuni principi regolatori della vita nelle comunità di ispirazione tendenzialmente democratica: si svolgevano assemblee, all'interno delle quali si operava secondo un sistema elettivo, dove si decideva sulle questioni di interesse generale. Il vincolo familiare era abbastanza forte e si fondava soprattutto sul dominio del mundio (capo famiglia). Nel campo del diritto privato, invece, ci si regolava secondo criteri stabiliti dalla consuetudine: si trattava quindi di un ordinamento più elastico in cui non erano contemplati alcuni istituti, di grandissima importanza nella legislazione romana, quali, ad esempio, i diritti reali di godimento e quelli di proprietà non mobiliare. In seguito, probabilmente a causa sia della fine del nomadesimo sia della progressivamente maggiore influenza della civiltà romana, vennero istituiti alcuni corpi giuridici autoctoni tra i quali ricordiamo la legislazione gotica, quella del gruppo franco e di quello svevo, le leggi sassoni propriamente dette, oltre a quelle longobarde, dalle quali deriverà in parte il diritto italiano. Nella loro sostanza, per quanto riguarda il diritto pubblico, queste legislazioni hanno cura di salvaguardare l'autorità sia legislativa che esecutiva dei re dalle tendenze centrifughe delle assemblee popolari. Quando Carlo Magno ricostituì l'impero romano, le legislazioni germaniche subirono un'influenza anche maggiore del diritto romano. Il re affidò l'amministrazione della giustizia a magistrati di propria nomina; ogni forma di giustizia diretta e privata venne eliminata con l'introduzione della procedura giuridica romana, sia in campo civile che penale, facendo scomparire definitivamente la pratica del ricorso a giudizi di natura divinatoria od oracolista. ● Rel. - La divinità gerarchicamente superiore era il dio Wotan-Odino, dio della guerra e della vittoria, che rappresentava il fondamento dello spirito guerriero di questa razza. Egli presiedeva nel Walhalla le anime degli eroi estinti. I canti religiosi, detti saghe, sono una delle testimonianze più originali dello spirito religioso germanico, frutto sostanzialmente di una mitizzazione delle manifestazioni più eroiche dello spirito romano. La liturgia non si discosta dai modelli tipici di tutte le religioni politeiste; i sacerdoti, durante le frequenti cerimonie, traevano oracoli e vaticinii o dalle viscere di animali (talvolta da quelle di esseri umani) oppure dall'interpretazione di fenomeni naturali, quali il comportamento degli animali in determinate circostanze e le condizioni atmosferiche. Caratteristico, oltre che affine a quello in uso presso gli antichi Greci, il culto relativo alle Valchirie, rappresentanti il destino, il fato, superiore, nella sua ineluttabilità, allo stesso potere degli dei. Nei riti funebri, certamente retaggio dell'antico carattere nomade di queste popolazioni, vigeva la consuetudine di bruciare i cadaveri e di nasconderne le ceneri sotto un cespuglio od una pietra che facesse da tumulo. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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